Avvelenamento come soluzione al fenomeno del randagismo: succede in Calabria, dove – durante il mese di agosto – si sono registrati numerosi episodi di questo tipo.
Avvelenati col topicida
Gli ultimi, in ordine di tempo, sono i casi avvenuti a Catanzaro e a Lamezia.
«A Catanzaro, in zona Piano casa in via Garibaldi Gariani, è stata rinvenuta una busta vuota di veleno per topi, in una zona dove vengono abitualmente sfamati dei gatti randagi – spiega Cristina Valeri, volontaria della sezione calabrese del Movimento Animalista, il partito fondato da Michela Vittoria Brambilla –. Fortunatamente i Carabinieri, allertati dalla volontaria, sono prontamente intervenuti».
La rapida individuazione delle esche ha permesso che nessun gatto fosse avvelenato: molto peggio è andata a Lamezia Terme, dove alcuni mici appartenenti a una colonia felina sono stati uccisi con la stessa modalità.
«Sembra che l’avvelenamento appaia come la naturale soluzione a indesiderate presenze di animali, in questo caso di gatti, che peraltro non costituiscono neanche un problema di sicurezza sociale» aggiunge la Valeri.
Ma le sterilizzazioni sono ferme
La Calabria è una delle regioni italiane maggiormente colpite dal fenomeno del randagismo.
Se per quanto riguarda i cani è possibile avere una stima della popolazione vagante; le colonie di gatti, invece, sono ancora poco censite e non si sa quanti siano effettivamente gli animali liberi sul territorio.
Eppure, le autorità locali sembrano non fare abbastanza per contenere il fenomeno. «Secondo i dati del Ministero Della Sanità, le sterilizzazioni in Calabria dei gatti randagi sono state zero; inoltre, nella Provincia di Catanzaro non esistono gattili e la cura e sterilizzazione dei gatti randagi è lasciata alle volontarie, che se ne occupano solo con le proprie risorse – conclude l’associazione –. Come Movimento Animalista chiediamo fortemente, ancora una volta, che le autorità intervengano con indagini scrupolose ed efficaci volte a individuare i colpevoli di questi aberranti reati e che i Comuni si attivino e sensibilizzino la popolazione perché rispetti le colonie feline e gli animali randagi come previsto dalle normative vigenti».
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