Un recentissimo studio condotto sulle vocalizzazioni del succiacapre Caprimulgus europaeus potrebbe rivoluzionare aprire nuovi scenari nello studio delle vocalizzazioni degli uccelli.
Infatti nel corso degli ultimi due decenni lo studio della bioacustica ha assunto sempre più un ruolo determinante nella definizione di nuovi comportamenti, di strategie di difesa del territorio e di ricerca del partner nella formazione delle coppie che poi si riproducono.
Infatti è bene ricordarlo tutti questi comportamenti etologici si basano sulle vocalizzazioni emesse dagli uccelli.
Nondimeno ricordiamo che il monitoraggio acustico degli uccelli si sta sviluppando rapidamente man mano che attrezzature, metodi e analisi divengono più sofisticati e consentono o analisi più raffinate.
Un sistema complesso
Una della basi della bioacustica nella ricerca ornitologica si basa sulla possibilità di poter determinare attraverso l’analisi dei canti, quasi si trattasse di impronte digitali, ogni singolo individuo.
In passato questa metodologia ha permesso ad esempio di individuare i singoli individui presenti in un territorio e attraverso ricerche negli anni verificarne la fedeltà ai siti riproduttivi, nonché all’area di nidificazione dopo una migrazione trans sahariana.
Ma questo nuovo studio condotto da alcuni esperti ornitologi dell’Università di Nottingham, in Inghilterra, ha evidenziato che nel caso dei succiacapre avviene qualcosa di particolare.
Maestro di adattamento
Il succiacapre è un uccello insettivoro, di dimensioni simili a quelle di un merlo ma dalla forma davvero singolare. Vive molto del suo tempo posato, quasi sdraiato sul terreno nudo e punta su un mimetismo eccezionale per rendersi invisibile ai predatori.
Persino i suo nido è realizzato sul terreno, ma quando vola diventa quasi magicamente simile ad una farfalla, un volo irregolare che viene evidenziato da un ripetuto trillo che gli inglesi chiamano churring, ovvero i tipi co canto del succiacapre.
Ebbene sconfessando un’idea radicata per molte specie ornitiche, i ricercatori dell’ateneo inglese hanno evidenziato che questo strano volatile dalle abitudini crepuscolari e notturne, grande divoratore di moscerini e zanzare, falene e altri piccoli insetti è invero capace di modificare la sua voce nel corso della sua vita.
Poiché l’analisi di un vocalizzo di un uccello si basa su diversi parametri e proprio l’analisi al software a determinare queste differenze evidenziate sull’ultimo numero di Bioacoustics, The International Journal of Animal Sound and its recording.
Il succiacapre diventa davvero un vero trasformista, capace di nascondersi con una livrea mimetica impareggiabile ed assume le vesti del vero agente di Mission impossible grazie all’abilità di cambiare attraverso le stagioni la sua voce, meglio ancora di Tom Cruise.
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