La richiesta avanzata dalla Commissione Europea segna piccoli passi avanti per la tutela degli animali da reddito. A partire dal 2019, infatti, in tutti gli allevamenti presenti sul territorio degli stati membri dovranno essere messi in atto nuovi protocolli affinché l’amputazione della coda dei suini diventi un evento eccezionale e non la routine, come ora accade.
Perché si tagliano le code
La coda dei maiali viene amputata per prevenire i casi di cannibalismo.
Se sottoposti ad alto stress – come avviene negli allevamenti intensivi – i suini sviluppano questo comportamento soprattutto sulle parti sporgenti, come orecchie e coda.
Dal 2019 al via le misure correttive
Una norma a tutela dei maiali, di fatto, esisterebbe già ma resta nella maggioranza dei casi inadempiuta. Come negli allevamenti italiani, dove la quasi totalità dei maiali subisce l’amputazione della coda durante i primi giorni di vita.
«Quasi il 100% dei maiali in Italia subisce l’amputazione della coda di default, senza che siano invece messe in atto le procedure alternative per evitare la condizione di stress che induce i suini al cannibalismo – ha spiegato l’associazione EssereAnimali, che da tempo documenta con indagini sotto copertura la realtà degli allevamenti intensivi –. Per legge questa dolorosa pratica dovrebbe essere usata solo in casi estremi ma abbiamo più volte raccontato come i maiali ancora cuccioli, oltre al taglio dei testicoli, siano sottoposti all’amputazione della coda con una lama incandescente e senza anestesia».
Cosa accadrà negli allevamenti
L’obiettivo della normativa europea sarà quello di evitare inutili sofferenze ai maiali tramite una più efficace applicazione del decreto precedentemente promulgato dalla commissione stessa; gli allevatori dovranno seguire un preciso protocollo e mettere in atto misure correttive.
Si procederà quindi lasciando la coda a piccoli gruppi di maialini, in modo da valutare l’efficacia degli interventi.
Il loro numero dovrà aumentare progressivamente nei cicli successivi. Se in un allevamento dovessero essere soddisfatti tutti gli accorgimenti richiesti ma risultasse ancora necessario il taglio della coda per casi di cannibalismo, i produttori dovranno informare il servizio veterinario che valuterà la situazione e indicherà le contromisure più adatte da adottare.
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