Completiamo alcune indicazioni tecniche per la piantumazione di nuovi alberi in ambienti urbani, iniziate nella prima parte dell’articolo.
Quando si pianta un nuovo albero, è anche importante definire il suo biovolume disponibile. Si deve, infatti, prevedere attentamente la sua crescita in termini di dimensioni nel tempo, in modo da non generare un problema futuro: alcune specie possono raggiungere svariati metri di altezza, così come le loro radici si potranno allungare in superficie anche per parecchi metri, per cui piantarle per esempio troppo vicino agli edifici o a spazi piastrellati porterà inevitabilmente a problemi e, spesso, alla richiesta del loro abbattimento proprio quando magari avevano raggiunto l’età matura, ovvero quella più bella e utile per un albero.
Bisogna poi predisporre le migliori condizioni del suolo e dello spazio aereo in modo che le radici e la chioma abbiano lo spazio necessario e la corretta illuminazione per svilupparsi e crescere bene.
Teniamo poi sempre presente che preparare il terreno in maniera idonea (anche come sua fertilità) significa porre le basi per una buona riuscita dell’intervento.
Disservizi. Alberi, biodiversità e biosicurezza
Gli alberi favoriscono la biodiversità, la ricchezza di specie collegate alla loro presenza dipende dalle dimensioni e dal tipo delle foglie, dall’altezza e dimensione delle piante, dalla loro età, dalla struttura e dall’ambiente in cui sono piantati.
Il numero di specie associate agli alberi solitamente aumenta con l’aumentare delle specie arboree presenti e dal numero di anni di vita di queste ultime in una determinata area geografica.
Generalmente le specie autoctone contribuiscono alla biodiversità più di quanto possano fare le specie esotiche, tuttavia nei centri urbani queste ultime svolgono un ruolo importante nella diversificazione della popolazione arborea grazie alle loro caratteristiche di resistenza alle difficili condizioni in cui si trovano a vivere.
Bisogna fare attenzione però a non introdurre specie arboree esotiche invasive o che possano favorire l’insediamento di altre specie alloctone dannose (per esempio, alcuni insetti), che possano avere un impatto negativo sulla biodiversità, causare danni ambientali ed economici: il sopravvento di specie invasive può portare al declino di una o più specie autoctone.
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