Le tigri coinvolte nell’incidente che è costato la vita al domatore Ettore Weber sono state dissequestrate e torneranno presto nella disponibilità dello stesso circo dove è avvenuta l’aggressione.
A renderlo noto è l’Ente Nazionale Protezione Animali che, attraverso la coordinatrice regionale per la Puglia, Daniela Fanelli, si è detta del tutto contraria alla scelta.
Perché non affidarle a un santuario?
Le otto tigri, subito dopo l’incidente, erano state trasferite allo Zoo Safari di Fasano, struttura che è stata nominata dal giudice come custode temporaneo.
Tuttavia, la struttura si era detta impossibilitata ad accogliere i grandi felini che, di fatto, non avevano mai lasciato il container dentro il quale avevano raggiunto il Parco.
Da subito le associazioni animaliste avevano chiesto che gli animali fossero trasferiti in un luogo idoneo affinché potessero intraprendere un percorso di recupero dal momento che, essendo nate in cattività, non sarebbero mai potute essere immesse nei loro habitat naturali.
«Restituirle al circo è un errore – spiega Daniela Fanelli –. Non solo per considerazioni etiche attinenti alla cattività, ma anche perché le circostanze in cui è avvenuta l’aggressione ai danni del domatore non sono state del tutto chiarite. Sarà la magistratura a stabilire la dinamica dell’accaduto, tuttavia è assolutamente inaccettabile tornare alla situazione che ha preceduto l’aggressione».
Pronti a chiedere l’intervento del Ministro
Secondo le associazioni per la tutela degli animali, l’unica soluzione possibile per il futuro delle tiri è in un santuario; per questo, è stata inviata una lettera al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
«La tragedia di Triggiano ha anche dimostrato l’urgenza di riformare il circo con lo stop allo sfruttamento di animali – conclude ENPA –. Un’esigenza indifferibile, lo dimostrano i fatti, eppure mai riforma è stata più sofferta, tormentata e posticipata, nonostante gli impegni presi e più volte ribaditi dal ministro dei Beni Culturali».
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