Cosa accadrà con la fine delle restrizioni che avranno tenuto a casa per oltre due mesi milioni di italiani? Molto probabilmente le città italiane andranno in tilt a causa del traffico veicolare privato. Il trasporto pubblico locale, infatti, per ragioni di sicurezza non tornerà subito a pieno regime e i cittadini tenderanno a spostarsi con i propri mezzi, ritenendoli più sicuri.
Normalmente, il 55% delle persone nelle grandi città si sposta con i mezzi pubblici locali e a questa quota importante si aggiunge quella dei pendolari che giungono da fuori con il treno.
Ci sarà dunque da aspettarsi un rilevante aumento delle automobili, con tutte le problematiche connesse.
Oltre venti associazioni nazionali ambientaliste e bike friendly, tra cui FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, hanno lanciato l’allarme e stilato un elenco di possibili soluzioni da adottare. «Questa situazione è già stata analizzata in altri Paesi e per evitarla si stanno prendendo decisioni utili a gestire questa fase transitoria rafforzando la mobilità alternativa all’auto – spiegano in una nota le associazioni – tra questi si rilevano già i casi di Budapest, Bogotà, Philadelphia, Minneapolis, Oakland, Vancouver, Calgary, Vienna, Città del Messico, Berlino e Londra».
Altre forme di mobilità alternative all’auto
Le associazioni hanno sottoscritto un documento congiunto inviato al Presidente del Consiglio Conte e al Governo per chiedere una svolta nelle politiche sulla mobilità. Viene sottolineata l’importanza di creare corsie dedicate alle forme di mobilità alternative all’auto lungo le principali direttrici urbane, per convogliare le quote di mobilità perse dal trasporto pubblico, quanto meno nelle aree più congestionate delle città. Sarà, inoltre, fondamentale garantire ai cittadini forme di mobilità attiva, utile sia per la salute personale, che collettiva, anche in virtù di una migliore qualità dell’aria, soprattutto in ambito urbano.
Le 7 misure proposte
Ecco il pacchetto di misure proposte per la gestione sostenibile della mobilità nella fase emergenziale e in quella successiva:
1. Realizzazione per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile), la micromobilità e tutta l’utenza fragile, di nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione, anche non convenzionali e in deroga al Codice della Strada. Alcuni esempi: percorsi pedonali e corsie ciclabili in sola segnaletica, doppio senso bici, strade residenziali a 10 km/h aperte ai pedoni, strade scolastiche, intermodalità bici-TPL (Rete di Mobilità di Emergenza/Transizione).
2. Introduzione di forti incentivi economici e finanziamenti per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all’uso dell’auto privata e complementare al trasporto pubblico, già a partire dal prossimo “decreto aprile”. Alcuni esempi: Fondo interventi urgenti mobilità sostenibile dei Comuni, bonus-mobilità per i cittadini (acquisto bici elettriche, servizi di bike sharing e micromobilità), premialità e rimborsi chilometrici.
3. Pieno mantenimento di soluzioni come le ZTL, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, indispensabili ancor più ora per gestire il traffico.
4. Promozione dello smart working come modalità facoltativa di lavoro, soprattutto per i pendolari extraurbani; differenziazione degli orari delle attività economiche e d’ufficio; via libera ai sistemi di consegna a domicilio, privilegiando e incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike.
5. Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) come modo di trasporto urbano resiliente, in quanto capace di garantire il diritto alla mobilità in sicurezza per tutti e di assorbire una quota rilevante della mobilità nel rispetto della distanza di sicurezza e con la minore occupazione di spazio, evitando di aumentare in modo insostenibile il traffico privato e congestionare i mezzi pubblici.
6. Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che coordini e armonizzi le misure di cui ai punti precedenti su tutto il territorio nazionale all’interno di un Piano di Mobilità di Emergenza/Transizione Covid-19.
7. Realizzazione di campagne informative nazionali per stimolare stili di vita basati su forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica.
Per leggere il testo integrale dell’informativa andare sul sito della Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
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