Era il 4 novembre 2017 quando alla pensilina della fermata del bus a Corlano, in provincia di Rimini, era stato trovato un lupo impiccato.
Ora, a distanza di due anni, i responsabili di questo odioso gesto sono stati tutti condannati.
Condannati i tre imputati
Le indagini condotte dai Carabinieri forestali della sezione di Rimini avevano fatto emergere un episodio agghiacciante: il povero animale era stato avvelenato con topicida, trafitto con un forcone e, infine, appeso alla fermata di un bus.
L’udienza preliminare del processo si è svolta la scorsa settimana: i tre sono stati imputati per i reati di uccisione di animali, furto venatorio e macellazione abusiva e hanno chiesto il patteggiamento della pena.
Le condanne inflitte sono state di 1 anno e sei mesi, un anno, e nove mesi di reclusione.
«I tre imputati hanno patteggiato, per cui le pene inflitte non sono “esemplari” come ci sia aspettava – ha commentato il WWF che si è costituto parte civile nel processo -. Si tratta comunque si tratti di un ottimo e rapido esito processuale: è infatti uno dei primi casi di condanna per l’uccisione di un lupo. Vorremmo ringraziare l’avvocato Francesco Damiani di Faenza, anche per il prezioso contributo che da anni dona alla tutela della legalità e della Natura».
Ma servono leggi più severe
L’esito processuale segna un precedente importante nella lotta ai crimini contro la Natura. Ma appare ormai chiaro che serve una modifica legislativa che adegui il sistema sanzionatorio per l’uccisione di specie protette – proprio come il lupo – trasformando i reati contravvenzionali in quelli che l’ordinamento giuridico classifica come delitti.
«Chiediamo al Governo una presa di posizione forte – conclude l’associazione del Panda -. La nostra campagna Stop ai crimini di natura ha già raccolto 55mila firme. È ora di agire».
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