A fine febbraio scorso si è concluso in Indonesia il processo a carico di due sospetti accusati di traffico di oranghi. Il Tribunale ha emesso una significativa condanna a carico dei due trafficanti, rispettivamente di 3 e di 2 anni di carcere.
Bolang Ramadhani, già noto trafficante di oranghi, era stato arrestato dalla Polizia nazionale indonesiana (INP) ad Aceh, una provincia semiautonoma dell’Indonesia, il 28 settembre 2023. Il suo complice, Reza Heryadi, è stato catturato a Medan (Nord Sumatra) un giorno prima, mentre trasportava due oranghi neonati.
Questi arresti sono il risultato di un’indagine congiunta della Wildlife Justice Commission e dell’INP volta a smantellare le reti di fornitori di oranghi che operano dall’Indonesia alla Thailandia. In particolare, l’operazione ha portato anche al salvataggio di due oranghi neonati.
Queste condanne sottolineano l’impegno dell’Indonesia a proteggere le specie minacciate e a far rispettare le responsabilità previste dalla Legge sulla conservazione delle risorse biologiche e dei loro ecosistemi, che vieta il commercio di specie selvatiche protette.
Le discussioni in corso presso la Camera dei Rappresentanti indonesiana per la revisione di questa legge, con emendamenti proposti per inasprire le pene per i reati legati al commercio di specie selvatiche, dimostrano ulteriormente la posizione proattiva del Paese contro il traffico di specie selvatiche.
«Gli arresti e le condanne dovrebbero interrompere la catena di approvvigionamento degli oranghi in Indonesia, infliggendo un duro colpo a questo commercio illegale» ha dichiarato Olivia Swaak-Goldman, direttore esecutivo della Wildlife Justice Commission.
Le indagini della Wildlife Justice Commission sulle reti criminali che facilitano il traffico di oranghi tra il Sudest asiatico e il Medio Oriente hanno rivelato la velocità con cui gli oranghi vengono prelevati dalla natura e venduti. Gli oranghi neonati vengono generalmente venduti entro 24 ore dalla loro disponibilità, il che indica l’elevata domanda di questa specie e l’efficienza delle reti criminali nello spostarli dalla fonte alla destinazione. Gli oranghi neonati vengono catturati e venduti come animali domestici esotici o per scopi di intrattenimento. Le madri non rinunciano facilmente ai loro piccoli e di solito vengono uccise per ricavarne carne selvatica.
Si stima che per ogni orango neonato che entra nel commercio illegale vengano uccisi dieci adulti.
Tutte le grandi scimmie sono classificate come minacciate o gravemente minacciate e il commercio di individui catturati in natura è vietato dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).
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