Frugando in tasca potreste trovare una moneta speciale: si tratta della moneta da 1 euro coniata dalla zecca greca, sulla quale è riportata una civetta.
Ma non una civetta qualunque, bensì la stessa presente anche sul tetradramma ateniese in circolazione nella Grecia arcaica tra il V-III secolo a.C.
La moneta era dedicata ad Atena, figlia di Zeus, una delle divinità più importanti dell’antichità, che non solo era la dea della saggezza, delle arti e della guerra ma anche quella del commercio.
In antichità le monete erano ben diverse e più preziose di oggi: le piccole “civette” erano, infatti, d’argento e pesavano 16,5 grammi.
Sul dritto era riportata la testa della dea Atena recante un elmo attico e, nelle serie successive, una corona di olivo e un orecchino a bottone.
Sul rovescio del conio, invece, all’interno di un riquadro, era raffigurata una Civetta (Athene noctua), posata ad ali chiuse, con la testa frontale e il corpo di volta in volta girato a destra oppure a sinistra.
Accanto al piccolo uccello, sacro ad Atena, nell’angolo superiore sinistro, era apposto un ramoscello di olivo e dall’altro lato il riferimento alla città di Atene, nella scritta ΑΘE (ATE).
Perché vi chiederete proprio la civetta su una moneta?
La civetta, in virtù dei suoi grandi occhi frontali, di un giallo lucente, si pensava potesse illuminare l’oscurità, laddove gli stolti non riuscivano a scrutare. Ecco perché la civetta rappresentava l’icona principale della dea della saggezza cosa che si è poi estesa a rapaci notturni in generale.
Il grande peso commerciale della potenza ellenica in quei tempi permise a questa moneta di mantenere inalterato il proprio valore per oltre tre secoli divenendo molto comune nell’uso, forse la moneta antica più popolare di ogni tempo.
Fu proprio per questa ampia diffusione che con questa moneta cominciarono a diffondersi imitazioni e monete false.
Invece di usare filigrane speciali come nelle moderne banconote, all’epoca il miglior modo per verificare l’autenticità era di incidere con una lama un lato della moneta. Se la lama avesse inciso l’argento, metallo morbido, la moneta era autentica, se invece era stata realizzata con altri metalli meno preziosi e placcata d’argento si sarebbe scalfita l’argentatura. Oggi in molte collezioni museali si possono osservare molte monete con questi segni “anti-falsari”.
La popolarità di questa moneta fu così vasta che l’immagine di quella civetta fu ripresa molte volte in Grecia per alcune dracme di inizio Novecento e degli anni ’70, in diversi francobolli fino ad approdare sull’euro.
Sapendo che gufi e civette portano fortuna, buttate uno sguardo nel vostro portamonete: potreste ritrovarvi questa curiosa moneta.
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