Lo sviluppo embrionale dei topi nella prima settimana è molto diverso da quello dell’uomo e questa differenza evidente dimostra come le affinità tra gli umani e i roditori siano esigue.
A dimostrarlo è una ricerca compiuta dal Karolinska Institutet e dal Ludwig Cancer Research di Stoccolma, partita dal fatto che molte sperimentazioni effettuate per studiare lo sviluppo prenatale continuino a utilizzare gli animali, compromettendo la ricerca utile all’uomo. Lo studio svedese indica, infatti, come la fase dell’impianto nell’utero e quelle dei primi sviluppi embrionali siano profondamente diverse nel topo, rispetto alla nostra specie.
“Si tratta di evidenze scientifiche che rimarcano, ancora una volta, la cristallina differenza tra uomini e topi già dalle prime fasi di sviluppo e che apre nuove frontiere per la ricerca e diagnosi dell’infertilità”, ha spiegato Michela Kuan, responsabile Lav dell’Area ricerche senza animali.
Le differenze
Lo studio è stato condotto esaminando due embrioni umani donati alla ricerca e analizzando i geni nei primi sette giorni dello sviluppo, periodo considerato cruciale e durante il quale le cellule si differenziano formando tre strutture che dovranno poi maturare correttamente per garantire l’impianto in utero.
Lo studio condotto dal team di ricercatori svedesi ha evidenziato che questa fase si sviluppa in maniera più coordinata nell’uomo rispetto al topo. La sperimentazione ha, inoltre, messo in luce anche un’altra differenza tra le due specie: uomo e topo, infatti, presentano significative differenze nel processo di inattivazione dei geni del cromosoma X, che nei topi avviene spegnendo un intero cromosoma, mentre nell’uomo avviene in maniera più graduale, interessando i geni di entrambi i cromosomi X.
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