È considerato un piatto di lusso, ma la sua produzione implica tremende sofferenze per gli animali coinvolti. Si tratta del foi gras, il fegato d’anatra francese la cui produzione è stata in passato condannata anche dall’Unione Europea.
Pratica vietata in Italia
Sebbene nel nostro Paese la produzione di foie gras sia di fatto vietata dal 2007, la vendita è ancora consentita.
Per questo, l’associazione Essere Animali ha lanciato una raccolta firme destinata alle catene di distribuzione che ancora propongono il foi gras. L’invito è quello di ritirarlo dagli scaffali, così come hanno già fatto Esselunga, Eataly, Pam-Panorama, il Gruppo Selex e il Consorzio nazionale Conad.
Come si produce
Per la produzione si utilizzano solo oche o anatre di sesso maschile dal momento che l’impiego delle femmine non è idoneo per le caratteristiche del loro fegato. Per questo motivo, gli anatroccoli di sesso femminile sono eliminati alla nascita, come accade ai pulcini maschi negli allevamenti di galline ovaiole.
Per produrre il foie gras i volatili vengono rinchiusi in batterie e sovralimentati in maniera forzata tramite un tubo inserito in gola. Questa pratica – che prende il nome di gavage – è vietata in Italia.
Affinché il fegato d’oca possa essere definito foie gras, l’ingozzamento è obbligatorio, come richiesto dalla legge francese.
L’alimentazione forzata porta all’ipertrofia del fegato, che raggiunge dimensioni 10 volte maggiori rispetto alle condizioni normali.
In media, le oche vengono alimentate per 80 giorni, dopodiché sono condotte al macello.
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