Come è cambiato il paesaggio rurale e urbano italiano in 200 anni? Lo si può scoprire attraverso l’opera di William Turner. Due secoli fa il pittore inglese, ritenuto probabilmente il più grande paesaggista di tutti i tempi, intraprese la discesa del Bel Paese, da Torino fino a Lerici, passando per Milano, Como, Verona, Venezia, Spoleto, Roma, Napoli e Paestum.
Durante il viaggio, Turner trasse enormi benefici per la sua arte, influenzata dalla luce e dalle diverse sfumature di colori e paesaggi che egli incontrò lungo il cammino. Molti capolavori del pittore risalgono a questo periodo, molto fertile e produttivo di dipinti e disegni.
Dipinti come istantanee
La Tate Britain e La National Gallery di Londra contengono la più vasta collezione di opere relative al pittore. In molte di esse, specialmente alla Tate, si può osservare un’istantanea del nostro Paese agli inizi dell’800. Si può valutare, quindi, come alcuni paesaggi urbani e rurali siano cambiati oppure siano rimasti inalterati.
Se a Torino i disegni della piazza sulla quale si affaccia il Duomo di San Giovanni ci danno un’idea più o meno simile a quella recente, gli schizzi di Bologna hanno già un aspetto diverso – anche se solo abbozzati – rispetto alla città odierna. Piazza dei Miracoli, a Pisa, è praticamente quasi la stessa; la zona di Santa Maria della Spina presenta differenze urbane notevoli. A Tivoli si nota un paesaggio naturale molto più selvaggio e verde rispetto a quello odierno, mentre Firenze conserva un aspetto molto simile a quello attuale.
Venezia
Venezia è una meta d’élite per gli artisti. Turner ha omaggiato la città con dipinti di pregevole fattura, che ne hanno lasciato un ricordo in ognuno dei suoi scorci più celebrati. Se nelle architetture troviamo una città molto simile all’assetto odierno, quello che subito ci salta all’occhio è il placido andirivieni delle gondole per i suoi canali, non infestati da barche a motore e navi, come avviene ovviamente oggi. Se ne ha una memoria che lascia un ricordo luminoso e sereno, sospeso nel tempo.
Roma
I dipinti romani di Turner sono forse i più famosi del suo viaggio in Italia. Roma vista dal campo vaccino dà un’istantanea che ricorda il Foro romano odierno, ma senza i suoi percorsi archeologici attuali e con un manto di erba verde a coprire vestigia e templi che meravigliano i turisti ogni giorno. Sullo sfondo il Colosseo e non solo; altri edifici di epoca romana, che oggi sono inglobati in altre costruzioni. Sembra un paesaggio urbano idilliaco, con un senso di nostalgia per il glorioso passato. Anche piazza del Vaticano, con il colonnato del Bernini e la Basilica di San Pietro, si presenta con un assetto leggermente diverso da oggi. Infine, gli argini del Tevere mostrano la vita di pescatori e mercanti di due secoli fa, con il relativo paesaggio rurale-naturale-urbano molto diverso da quello che conosciamo oggi.
La fine del viaggio
Napoli, Capri e Lerici segnano la fine del viaggio italiano di Turner. Il pittore inglese farà sosta di nuovo a Torino, prima di ritornare a Londra, nel 1820, quasi un anno dopo il suo arrivo nel Bel Paese. Qui la luce e i colori del mare del mezzogiorno hanno dato vita a pitture molto interessanti. Al contempo, si evince un paesaggio che rispecchia in alcuni casi quello attuale, in un magnifico contrasto tra natura e architettura.
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