Ora, per uccidere gli elefanti, i bracconieri ricorrono alle armi chimiche. La macabra scoperta è stata fatta dal personale dell’Hwange National park, nello Zimbabwe, che ha riferito come 23 elefanti siano stati uccisi somministrando loro una dose mortale di cianuro.
Le 23 morti accertate nelle scorse settimane fanno salire a 60 le uccisioni di elefanti da parte di bracconieri registrate a partire dall’inizio dell’anno.
Il cianuro, utilizzato comunemente nelle attività minerarie dello stato africano, è relativamente facile da procurare.
“Pensare di controllare il commercio di cianuro è pressoché impossibile – ha spiegato Brant Willinson, che è impegnato nella tutela e salvaguardia dei pachidermi -. Le persone possono averne facile accesso, e con conseguenze devastanti. Crediamo che i bracconieri abbiano inquinato con il cianuro una delle pozze d’acqua dove gli animali si abbeverano”.
L’utilizzo di armi chimiche da parte dei bracconieri è pratica recente: i primi casi sono stati documentati nel 2013 e da allora si calcola che, nel solo Zimbabwe, siano stati uccisi così oltre 300 elefanti. Una stima che il Governo calcola però al ribasso, riferendo che appena una dozzina di animali sarebbero stati uccisi dai trafficanti di avorio con questa modalità.
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