Avevano perso la libertà per mano dei cacciatori che li avevano feriti oppure rinchiusi in piccole gabbie, pronti per essere venduti.
Ora, grazie al prezioso intervento personale del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) della riserva WWF di Valpredina, sono tornati a volare liberi; oltre cento passeriformi, tre gheppi, due poiane e un allocco sono stati liberati all’interno dell’area protetta che si trova nel comune di Cenate Sopra (Bg).
Da dove arrivano gli animali liberati
I passeriformi che sono tornati a volare liberi provenivano da sequestri fatti dalle Polizie Provinciali di Brescia e Bergamo, dai Carabinieri Forestali e dalle Guardie WWF; per quanto riguarda i rapaci diurni, vale a dire i gheppi e le poiane, si tratta di esemplari feriti da colpi di arma da fuoco e sottoposti alle cure necessarie nel centro. L’allocco, infine, era giunto al CRAS in seguito ad un trauma da impatto.
La piaga del bracconaggio a Bergamo e Brescia
Le provincie di Bergamo e Brescia detengono il triste primato nazionale per quanto riguarda il bracconaggio di rapaci. «Sono decine gli esemplari che arrivano feriti da arma da fuoco durante la stagione venatoria – ha detto Antonio Delle Monache, il coordinatore Guardie WWF Lombardia –. Non mancano gravissimi atti di bracconaggio persino a caccia chiusa: proprio in questi giorni è giunto al CRAS Valpredina un altro raro falco pellegrino che è stato ferito da una fucilata».
L’importanza dei centri di recupero
Per questo il lavoro del centro di recupero è ancora più prezioso. Nel 2017 gli animali ricoverati al CRAS WWF Valpredina sono stati 1.680; di questi, 340 erano rapaci notturni e diurni. «Nel periodo di caccia il 60% dei rapaci ricoverati presenta ferite da arma da fuoco, percentuale che durante le altre stagioni dell’anno scende al di sotto del 30%», ha dichiarato il dottor Matteo Mauri, responsabile del Centro WWF di Valpredina.
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