Erano stati rubati dal nido, passati attraverso le mani dei bracconieri fino a essere salvati dai Carabinieri del nucleo specializzato SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno di Animali) di Roma e del Nucleo CITES di Catania.
Ora, per cinque giovani individui di falco pellegrino è arrivato anche il lieto fine: sono tornati a volare liberi nei cieli della Sicilia.
Difficile il reinserimento in natura
I cinque falchi, che erano stati affidati al Centro Recupero LIPU di Ficuzza, sono stati visitati, curati per alcune settimane e quindi ritenuti in grado di ritornare a vivere in natura.
Un’operazione non senza rischi, come spiega il WWF: «Il ritorno alla libertà è stato una corsa contro il tempo: infatti, con il passare dei giorni in cattività, si riduce la probabilità che gli animali possano sopravvivere cacciando da soli».
I falchi liberati appartengono alla specie Falco peregrinus il cui prelievo di piccoli e uova in alcune aree del Paese è una minaccia seria per le popolazioni nidificanti.
Come sono stati liberati i falchi
Prima di tornare a dispiegare le ali nel cieli, i falchi sono stati sottoposti a un periodo di training, svolto in una voliera appositamente realizzata.
«Questa struttura è stata appositamente realizzata per consentire ai rapaci di prendere confidenza con l’ambiente naturale – aggiunge l’associazione –. È stata poi collocata nell’area in cui è avvenuto il rilascio. Terminato il breve periodo di acclimamento, la voliera è stata aperta per permettere l’uscita spontanea dei falchi».
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