È una sentenza storica quella che arriva dalla Colombia e destinata – si spera – a fare giurisprudenza.
La Corte Suprema di Giustizia, il massimo organo giudiziario del Paese sudamericano, ha emesso una sentenza nella quale si sancisce che i beni naturali sono titolari di diritti così come le persone e che dunque, proprio in virtù di questo, devono essere oggetto di protezione sia da parte del governo che delle autorità locali.
La storica decisione della Corte Suprema arriva a seguito della richiesta di tutela dell’ambiente che è stata presentata da 25 bambini e giovani di età compresa tra i 7 e i 26 anni, avanzata con il sostegno dell’organizzazione Dejusticia.
Preservare la foresta per il futuro
La Corte Suprema di Giustizia ha sottolineato come la distruzione della foresta causi un danno immediato alla vita delle generazioni attuali e a quelle future. In Colombia, tra il 2015 e il 2016, si è registrato un aumento del 44% nella deforestazione nella regione, portando da 56.952 a 70.074 gli ettari disboscati.
Alla luce di questo, la Corte ha rimarcato come le autorità del Paese non stino facendo abbastanza per proteggere l’area dalla deforestazione e abbiamo stimato in modo del tutto inadeguato gli effetti che la deforestazione ha sul cambiamento climatico.
Agire subito
Secondo il massimo organo giudiziario colombiano le misure a favore dell’ambiente devono essere incisive e rapide: la Corte ha, infatti, ordinato alle autorità governative colombiane la formulazione entro 5 mesi di un patto intergenerazionale per la vita dell’Amazzonia colombiana, documento all’interno del quale dovranno essere adottate misure per azzerare sia le emissioni di gas serra che la deforestazione.
Inoltre, entro quattro mesi dovrà essere formulato un piano d’azione di breve, medio e lungo termine per contrastare il tasso di deforestazione in Amazzonia; il documento dovrà essere redatto tenendo conto dell’importanza della foresta per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
Infine, tutti i comuni dell’Amazzonia Colombiana avranno 5 mesi di tempo per aggiornare e attuare i nuovi Piani di gestione del territorio.
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