Una parte del randagismo e del sovraffollamento di canili e gattili dipende da adozioni/acquisti fatti in modo inconsapevole, senza valutare preventivamente quanto possano pesare impegni, necessità economiche e problematiche di vario genere che un nuovo arrivato in casa può comportare.
Bisognerebbe impedire le acquisizioni di impulso, evitando la vendita di animali nei negozi, la loro esposizione e gli annunci in Rete.
Scelte non adeguatamente ponderate possono portare all’abbandono degli animali oppure alla cessione a strutture disponibili a riceverli. Ma nel tempo intercorso fra acquisizione e rinuncia molte cose rischiano di accadere: gli animali potrebbero essere stati soggetti a una vita inadeguata, a un eccesso di stimoli contrastanti o alla mancata socializzazione, provocando la formazione di caratteristiche comportamentali che sfociano in atteggiamenti indesiderati, che saranno la causa scatenante che condannerà questi animali a rimanere nelle strutture di recupero per molto tempo.
Spesso le ragioni della rinuncia dei padroni sono dovute proprio alla tardiva consapevolezza di aver adottato, magari attraverso annunci sui social, animali non socializzati, ipercinetici, poco o nulla abituati a una vita casalinga oppure resi aggressivi da traumi e paure. Comportamenti che un buon educatore cinofilo può in massima parte risolvere, ma che per essere modificati richiedono un impegno da parte del detentore e spesso anche un impiego di denaro non preventivato.
Per questo sarebbe necessario riconsiderare la possibilità che chiunque, senza alcuna formazione e preparazione, possa decidere di comprare o adottare un animale, come se si trattasse di un oggetto, spesso senza conoscere nulla delle sue necessità. Per questa ragione è importante che le adozioni non avvengano attraverso la Rete ma solo presso strutture fisiche, conoscendo di persona gli animali che si desidera adottare e ascoltando i consigli dati dalle persone che si occupano di affidarli.
Gli annunci del cuore pubblicati sui social, le esposizioni dei cuccioli che guardano imploranti dalle vetrine dei negozi e tutte le situazioni che stimolano l’emozione, senza fornire adeguate informazioni, dovrebbero essere classificate come potenzialmente pericolose.
Sia per l’incremento del randagismo, ma anche per il benessere di tantissimi animali che non troveranno una collocazione serena e stabile. Come purtroppo dimostra il fatto che i canili del nord Italia si stiano riempiendo proprio di cani fatti arrivare dal Sud, senza adeguate garanzie su carattere e comportamento, rendendo così incompatibili adottante e adottato. Il prezzo di queste scelte sbagliate ricadrà sempre e soltanto sull’adottato, che rischia di concludere la sua vita in un canile.
(continua…)
Leggi le altre puntate dell’inchiesta sul randagismo
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