La “Terra dei fuochi” devasta il Nord Italia. I rischi ambientali e per la salute crescono, i sospetti che dietro ci sia la mano della mafia dei rifiuti sono sempre più concreti. Il Nord Italia è diventato attrattivo per alcune filiere di rifiuti differenziati da tutta Italia, dove non ci sono impianti di riciclaggio.
«Il mercato si allarga e all’interno è possibile che entrino operatori non corretti – ha spiegato Chiara Braga, già presidente della Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Ci può essere, come spesso accade e accertato dalle indagini, la presenza di attività illecite».
L’ultimo incendio in impianti di gestione dei rifiuti è appena scoppiato nei pressi di Torino, in un deposito di plastica a Pianezza. Pericolose materie plastiche hanno bruciato per tutta la notte e la mattina successiva su una superficie di circa 5mila metri quadrati, nell’area della Omnia Recuperi di strada Signagatta 37, a Pianezza, nel Torinese. Al lavoro 16 squadre di vigili del fuoco per tentare di domare l’incendio. Come sempre, ignote le cause che hanno innescato l’incendio, che ha provocato una colonna di fumo visibile anche da molti chilometri di distanza e che ha impregnato e reso irrespirabile l’area di una vastissima zona.
Criminalità organizzata?
Che dietro questo ripetersi continuo e sospetto di incendi in impianti di stoccaggio e riciclo dei rifiuti ci possa essere la criminalità organizzata è ancora da dimostrare con le indagini, «però che ci sia una zona grigia di cattiva gestione del ciclo dei rifiuti, questo è certo» ricordava l’onorevole Braga nella sua relazione.
«Quando c’è il fuoco è perché dietro forse ci sono questioni più complesse, illecite, che vengono in qualche modo “risolte” facendole sparire con le fiamme».
Ancora da stabilire se ci siano problemi dal punto di vista ambientale e Arpa terrà monitorata la situazione nelle prossime ore. A sottolineare la gravità della situazione, una sospetta coincidenza: quello di Pianezza non è stato l’unico incendio scoppiato nel Torinese la notte del 24 marzo. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire anche nel deposito dell’Amiat a Collegno, in via Venaria. A prendere fuoco, anche in questo caso, alcuni rifiuti in attesa di essere smaltiti.
I recenti episodi a Cologno Monzese e a Como
Era già successo lo scorso 11 marzo a Cologno Monzese: un maxi incendio in un deposito di carta da macero della Alfa Maceri, un’azienda che si occupa di gestione e trasporto rifiuti, bonifiche ambientali, raccolta di carta da macero. Le fiamme, che hanno divorato i depositi di carta, hanno provocato un’enorme nuvola di fumo.
E prima ancora il 7 febbraio a Bulgarograsso (Como), dove in un’azienda che si occupa del trattamento di rifiuti speciali, Ecosfera, un’esplosione aveva causato il ferimento di almeno una trentina di operai. L’incendio che ne è conseguito ha fatto temere il rischio di dispersione nell’atmosfera di sostanze tossiche derivanti dalle lavorazioni per il trattamento dei rifiuti speciali.
Aumentano gli incendi nelle Regioni del Nord Italia
Come abbiamo già pubblicato lo scorso 25 gennaio nell’articolo “La terra dei fuochi… si sposta al Nord”, la relazione finale della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti (giornalisticamente nota come commissione “Ecomafie”), ha evidenziato il ripetersi di episodi di incendi in impianti di trattamento di rifiuti.
I dati più eclatanti sono:
- dal 2014 a oggi sono stati registrati oltre 250 incendi in impianti di trattamento di rifiuti;
- il 47,5% degli incendi è avvenuto nelle Regioni del Nord Italia.
Lo spostamento al Nord di quasi la metà casi di incendio in impianti di trattamento e smaltimento rifiuti ha diversi significati:
- è la conferma di un’inversione del flusso dei rifiuti verso le aree del Paese ricche di impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti;
- è sintomo della carenza di impianti adatti nel resto della Penisola;
- rispecchia la maggiore urbanizzazione del Nord Italia e la maggior produzione di rifiuti;
- la maggiore presenza di impianti a tecnologia evoluta per il trattamento di rifiuti differenziati fa sì che il Nord sia la destinazione finale di filiere di rifiuti differenziati raccolti in altre zone della Penisola.
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