Quali sono le “peggiori” specie aliene presenti negli ecosistemi terrestri, marini e d’acqua dolce d’Europa?
Se lo sta chiedendo la Comunità Europea, che necessita di definire delle priorità di intervento, nell’ambito del Regolamento UE 1143/2014 e Regolamento di Esecuzione UE 2016/1141. Ma se lo sta chiedendo anche la comunità scientifica, che necessita di individuare una “lista nera” di casi particolarmente emblematici per risvegliare l’attenzione della politica e della società su questo grave problema.
Una risposta a questo interrogativo è stata fornita da un team di ricercatori europei che ha analizzato i profili di 486 specie aliene già presenti in Europa. Gli impatti ambientali e socio-economici di queste specie sono stati classificati secondo un sistema che si basa su ben 12 diverse categorie di impatto, ciascuna delle quali può ricevere un punteggio variabile tra 0 (nessun impatto) a 5 (massimo impatto possibile).
Il risultato, pubblicato dai 5 ricercatori sulla rivista Biological Invasions, è che oltre 100 specie (54 piante, 49 invertebrati, 40 vertebrati e 6 funghi) hanno realizzato impatti devastanti in almeno una delle categorie considerate. Si tratta soprattutto di specie invasive negli ecosistemi terrestri (64% contro il 26% dei sistemi d’acqua dolce e il 10% di quelli marini).
Vediamo la “top ten” delle peggiori specie invasive partendo dal primo posto in poi:
1 – Oca del Canada (Branta canadesi);
2 – Ratto grigio (Rattus norvegicus);
3 – Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii);
4 – Topo muschiato (Ondatra zibethicus);
5 – Acaro delle api (Varroa destructor);
6 – Mimosa (Acacia dealbata);
7 – Lantana (Lantana camara);
8 – Cervo del Giappone (Cervus nippon);
9 – Muntkack (Muntiacus reevesi), un altro cervide della Cina;
10 – La pianta rampicante asiatica detta Kudzu (Pueraria lobata var. montana).
La nutria (Myocastor coypus), una delle specie sulla cui gestione si è più discusso in Italia, ha anch’essa ottenuto un’elevata posizione in classifica (17° posto).
Tra gli alieni marini, il più problematico (40° posto) è risultato essere il pesce coniglio, Siganus luridus, il vorace erbivoro che ha denudato praterie algali sommerse nel Mare Egeo.
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