Lo confermerebbero le analisi genetiche eseguite nei laboratori della Fondazione Mach di San Michele all’Adige sui campioni biologici raccolti lo scorso 22 luglio: l’animale che ha ferito il settantenne nei boschi intorno al lago di Terlago sarebbe proprio l’orso Kj2, autrice di un altro “scontro” con l’uomo. L’orsa, che hai tempi aveva già 14 anni e mai aveva messo in atto comportamenti “problematici”, era stata ritenuta la responsabile dell’aggressione particolarmente grave a un uomo nei boschi di Cadice e per questo catturata e munita di radiocollare, per essere poi monitorata, prima di essere rilasciata – anche perché con lei aveva tre cuccioli. Successivamente non erano più stati registrati problemi a sua responsabilità e, anzi, l’animale aveva fatto perdere le tracce. Poi, il 22 luglio l’incidente di Terlago e, indipendentemente dal fatto che l’uomo spaventato abbia o meno aggredito per primo a bastonate l’orso, tutti hanno subito puntato il dito su di lei. L’orsa è ora considerata di “massima pericolosità” e con l’aiuto di cani Laika e proiettili narcotizzanti verrà catturata e portata fuori città, in un recinto dove già si trova un altro esemplare troppo “spavaldo”. Data l’età dell’orsa non più giovanissima forse la cattività è il minore dei mali rispetto alla sua eliminazione. Nel frattempo a cadere in trappola sono stati altri esemplari, controllati e poi liberati, ma di Kj2 ancora nessuna traccia e in tanti fanno il tifo per lei. Tuttavia su questo punto gli esperti sono chiari: eliminare gli orsi problematici serve a proteggere la popolazione globale della specie in Trentino, in quanto favorisce una convivenza pacifica con la popolazione umana e riduce il rischio di bracconaggio.
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