Dopo gli Stati Uniti sono proprio gli Stati europei i più grandi importatori di trofei di caccia derivanti da animali abbattuti, seppur lecitamente, in tutto il mondo. Un primato osteggiato dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica secondo il rapporto commissionato da Humane Society International/Europe, pubblicato nella settimana che segna il sesto anniversario dell’uccisione del leone Cecil in Zimbabwe da parte di un cacciatore di trofei americano.
I dati pubblicati nel rapporto dimostrano che, tra il 2014 e il 2018, i Paesi dell’UE hanno importato quasi 15.000 trofei di caccia di 73 specie protette a livello internazionale, una media di quasi 3.000 trofei ogni anno, tra cui leoni africani, elefanti africani e rinoceronti neri in pericolo di estinzione.
Molti non sanno che esistono organizzazioni che allevano animali selvatici al solo scopo di farli diventare trofei, aggirando in questo modo le normative poste a tutela di moltissime specie in via d’estinzione.
Le specie allevate perdono parzialmente le tutele previste dalla CITES e possono essere lecitamente commerciate, proprio in virtù della loro riproduzione controllata.
Germania, Spagna e Danimarca contribuiscono con il 52% di tutti i trofei importati. Nel quinquennio analizzato, l’UE ha importato trofei prelevati da 889 leoni africani, 229 dei quali uccisi in libertà come Cecil.
L’Italia risulta essere il primo importatore UE di trofei di ippopotamo (145) e il quarto maggior importatore di trofei di leoni africani di origine selvatica. Il nostro paese ha anche svolto un ruolo significativo a livello UE nel commercio di trofei di elefanti africani, essendo risultato essere il quinto importatore della Comunità.
Una media di 8 trofei al giorno
Ogni giorno in Europa vengono mediamente importati ben otto trofei, provenienti da attività di caccia e, contrariamente alle aspettative, questo numero è stato in costante crescita fra il 2014 e il 2018. Questo nonostante i sondaggi dimostrino chiaramente che i cittadini europei siano contrari alla caccia e vorrebbero proibire l’importazione dei trofei.
In particolare, per quanto riguarda l’Italia, secondo un sondaggio commissionato da HSI/Europe a Savanta ComRes, l’86% degli italiani intervistati si oppone al turismo venatorio finalizzato all’importazione di trofei.
Le statistiche sulle importazioni di trofei dell’UE per i singoli animali (2014-2018) includono:
- 3,119 zebre di montagna di Hartmann;
- 1,751 babbuini neri;
- 1,415 orsi neri americani;
- 1,056 orsi bruni, di cui 13 in Italia;
- 952 elefanti africani, di cui 65 in Italia;
- 889 leoni africani, di cui 22 in Italia (660 erano leoni allevati in cattività)
- 839 leopardi africani, di cui 29 in Italia;
- 794 ippopotami, di cui 145 in Italia;
- 480 caracal;
- 415 lichi rossi (una specie di antilope)
- 297 ghepardi – l’UE è il più grande importatore di trofei di ghepardi al mondo, di cui 1 in Italia;
- 65 orso polare, di cui 3 in Italia;
- 6 trofei di rinoceronti neri in pericolo di estinzione, di cui 1 in Italia.
Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International, afferma: «I cacciatori di trofei dell’UE uccidono per divertimento molte migliaia di animali selvatici in tutto il mondo, comprese le specie in via di estinzione o minacciate, e l’Italia è una destinazione importante per i trofei. Oltre alla crudeltà, mentre il mondo sta affrontando una grave crisi della biodiversità, è irresponsabile consentire alle élite ricche di sparare alle specie in pericolo per puro piacere. Un divieto d’importazione dei trofei in più paesi dell’UE aiuterebbe efficacemente a fermare l’uccisione di questi animali».
Secondo HSI gli introiti che derivano da questo tipo di caccia non portano alcun beneficio alle comunità locali, che ricevono solo le briciole di questo ricco mercato, né aiutano i progetti di conservazione in situ, ma servono soltanto ad appagare il divertimento di pochi soggetti, molto ricchi, disponibili a pagare grandi cifre per ottenere i trofei di caccia. Il turismo naturalistico invece genera reddito anche per le comunità locali e aiuta in modo concreto le attività di tutela di fauna e ambiente.
HSI ha lanciato una petizione per raccogliere adesioni contro la caccia praticata per ottenere trofei: action.hsi-europe.org/bastacacciaaltrofeo
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