Sentenza storica quella pronunciata nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti d’Appello che ha condannato Alois Durnwalder – all’epoca dei fatti Presidente della Provincia di Bolzano e assessore alle foreste – per aver emanato nel corso degli anni decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici, anche appartenenti a specie protette dalle norme europee e nazionali.
Assieme a Durnwalder è stato condannato anche l’ex direttore dell’ufficio caccia e pesca della Provincia, Heinric Erhard.
Duemila animali uccisi
Secondo la ricostruzione della magistratura, sarebbero 2.655 gli animali abbattuti; tra questi ci sono faine, volpi, marmotte e stambecchi, oltre a diverse specie di volatili.
Un danno immenso per la fauna del nostro Paese, quantificato in 136.250 Euro.
Per questo, i due ex vertici sono stati condannati al pagamento di 1.136.250 Euro che dovranno versare nelle casse dello Stato.
La difesa
Secondo Durnwalder, a capo della Provincia di Bolzano dal 1989 al 2014, si tratta di una sentenza politica. «La caccia è di competenza della Provincia, questo vuol dire che dobbiamo avere il diritto di stabilire quando un animale crea danni alle colture agrarie o ai boschi», ha dichiarato al Corriere della Sera.
La reazione del mondo ambientalista
Grande soddisfazione per lo storico pronunciamento è invece stata espressa dal mondo ambientalista. «Auspichiamo che questa storica condanna rappresenti un preciso monito agli attuali amministratori della stessa Provincia di Bolzano e della vicina Provincia di Trento a non approvare le proposte di Legge per l’uccisione di lupi e orsi, specie protette a livello nazionale ed europeo – ha spiegato la Lega Anti Vivisezione –. Anche in questi casi le responsabilità ricadrebbero su tutti gli Assessori e i Consiglieri Provinciali che decidessero di votare favorevolmente agli abbattimenti».
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