Il bonsai (pianta in piccolo vaso) è un tipo di coltivazione di essenze arboree, che vengono volutamente mantenute in miniatura tramite un lavoro di potatura e pinzatura dei rami e dalla riduzione delle radici. Essi possono essere educati in vari stili (a cascata, eretto formale e informale, spazzato dal vento, boschetto, a scopa rovesciata ecc), a seconda del tipo di pianta che si sta coltivando. La scelta del vaso nel quale verrà posata la pianta sarà di vitale importanza per l’estetica generale del bonsai. Botanica e arte si fondono, dando vita a un lavoro che cambia forme e colori con il mutare delle stagioni.
Pino giapponese a cinque aghi (Pinus Pentaphylla)
Cenni generali
L’aspetto vetusto, l’eleganza, la resistenza, la grazia e la coltivazione non propriamente adatta ad un neofita, rappresentano una sfida per il bonsaista. Il pino giapponese è una delle essenze più apprezzate dagli esperti. Essendo una conifera, necessita di attenzioni diverse rispetto a una caducifoglia, come, ad esempio, un acero palmato. La longevità della pianta le conferisce carattere a livello di tronco, fessurato e rugoso. Si adatta bene a molti stili e tra le collezioni private o nei musei, ne esistono esemplari tra i più vecchi esistenti nel mondo dei bonsai.
Annaffiatura
Il substrato deve essere lasciato asciugare bene tra un’annaffiatura e l’altra, essendo l’essenza ben tollerante alla siccità. Gli aghi del pino andranno nebulizzati tramite apposito spruzzino nei mesi più caldi, da maggio a settembre, in modo da evitare che vadano incontro a ingiallimento e secchezza. In inverno, l’apporto di acqua andrà regolato ogni sette-dieci giorni.
Esposizione
Tollerano bene caldo e freddo. Nonostante ciò, in inverno vanno protetti da gelate continuative, mentre in estate andrebbero posti a mezz’ombra durante le ore più calde della giornata. (Tutte queste essenze di cui stiamo parlando nelle schede devo restare all’aperto tutto l’anno. In inverno andranno riparate, magari sotto una tettoia. Ci sono vari accorgimenti che si possono adottare per la protezione invernale, pur lasciandole all’aperto. Pensavo di scriverci un articolo a parte. L’unica eccezione è l’azalea; in inverno potrebbe essere riposta in una serra fredda).
Substrato e rinvaso
Il substrato ideale è composto dal 100% di akadama fine o di sabbia di fiume a granulometria fine. Il rinvaso andrà effettuato tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Concimazione
Da aprile a luglio, con concime solido organico a lenta cessione, facilmente reperibile online o negli store specializzati; da settembre a inizio novembre, con concime solido o liquido organico a lenta cessione.
Malattie e parassiti
Afidi, acari sono i parassiti che di solito colpiscono il pino. Anche qui la regola generale è la prevenzione: in inverno la chioma del pino andrà nebulizzata e quindi protetta con del liquido jin (acquistabile negli store specializzati) diluito in acqua.
Stile
L’essenza si presta bene a diversi stili, tra i quali eretto formale e informale, spazzato dal vento, a cascata e semi-cascata e a boschetto.
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