Tutelare laghi, fiumi e zone umide per proteggere il Pianeta e salvare la risorsa più preziosa che abbiamo: l’acqua.
È questo l’obiettivo della campagna #ProtectWater, a cui ha aderito anche la LIPU lanciando una raccolta firme.
Quali sono i rischi
La richiesta alla Commissione europea è quella di rafforzare l’applicazione della Direttiva Quadro Acque (200/60/CE) che rappresenta lo strumento più efficace per difendere le risorse idriche d’Europa, come ruscelli, fiumi, laghi e zone umide.
«Il timore – spiega la LIPU – è che con la recente consultazione popolare aperta dalla Commissione europea alcuni governi europei e gruppi d’interesse possano cercare di indebolire la Direttiva Acque con conseguenze gravissime per la tutela dei corpi idrici europei, già messi a dura prova dai cambiamenti climatici, dall’espansione urbanistica edall’inquinamento nonché per gli habitat e le specie che dipendono da essi».
La situazione delle acque in Europa
Non c’è tempo da perdere, visto che gli ultimi dati parlano di problemi per il 60% dei fiumi europei. La situazione delle acque italiane interne è ancora più allarmante: solo il 43% dei 7.494 fiumi presi in considerazione si trova in “buono stato ecologico” come richiesto dalla Direttiva Acque e il 41% è ben al di sotto dell’obiettivo di qualità.
Infine, solo il 20% dei 347 laghi nazionali è in regola con la normativa europea.
Qual è la soluzione?
Per la tutela dell’acqua l’unico strumento efficace è una direttiva comunitaria stringente. «In Europa abbiamo già una norma molto forte che protegge fiumi, ruscelli, zone umide, acque costiere e falde acquifere: la Direttiva Quadro europea sulle acque – precisa la LIPU –. Questa direttiva, inoltre, prevede che le acque già danneggiate siano riportate a uno stato di buona salute al massimo entro il 2027». Insomma, uno strumento troppo importante per essere perduto.
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