Se le api muoiono, a farne le spese sono l’ambiente, il nostro cibo e l’agricoltura. Le api, infatti, non producono solo miele: dalla loro opera di impollinazione dipende un terzo degli alimenti che consumiamo abitualmente – frutta come mele, fragole, pere, agrumi, pesche kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, cocomeri, meloni; ortaggi come zucchine, pomodori, aglio, cipolla, cavoli e carote; semi e oli come mandorle, soia e girasole – e la produttività del 75% delle nostre principali colture agricole.
A lanciare l’allarme sono anche gli scienziati: stiamo assistendo alla scomparsa delle api, e tra 100 anni potrebbero scomparire del tutto gli insetti dal nostro Pianeta. È l’uso massiccio di pesticidi in agricoltura una delle cause principali di questo declino.
Stop all’uso di pesticidi dannosi
Responsabili di questa strage sono pesticidi come i neonicotinoidi. Recenti studi hanno confermato che i neonicotinoidi danneggiano non solo le api, ma anche i bombi, le farfalle, gli insetti acquatici e persino gli uccelli, con possibili ripercussioni su tutta la catena alimentare. Per questo motivo lo scorso anno l’Unione Europea ha bandito permanentemente tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api – l’imidacloprid e il clothianidin e il tiamethoxam – anche se il loro utilizzo rimane consentito all’interno di serre permanenti. Inoltre, altri insetticidi neonicotinoidi potenzialmente pericolosi per le api e gli altri insetti impollinatori (come acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone e altre sostanze quali cipermetrina, deltametrina e clorpirifos) sono ancora ammessi.
Per questa ragione Greepeace ha pubblicato lo studio “Pesticides And Bee Health”, realizzato da Research Laboratories di Greenpeace a gennaio 2019, e lanciato una petizione per mettere al bando tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri insetti impollinatori.
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