Quando le potenze europee che avevano sconfitto la Francia a Waterloo mandarono in esilio Napoleone Bonaparte, scelsero di spedirlo su un’isola sperduta in pieno oceano Atlantico, così da scoraggiare qualsiasi ambizione di ritorno: l’isola di Sant’Elena.
I recenti risultati pubblicati dalla rivista Current Biology
La plastica arriva ovunque
L’invasione quotidiana di oggetti di plastica monouso sta diventando un dramma senza confini e il monitoraggio che gli scienziati del British Antarctic Survey (BAS) hanno effettuato all’isola di Sant’Elena, Tristan da Cunha e all’arcipelago delle Falkland ha portato risultati drammatici a dispetto della lontananza di questi luoghi dalla civiltà.
Tra i risultati è balzato agli occhi un sorprendente aumento della densità dei rifiuti di plastica lungo le spiagge delle isole Falkland e Sant’Elena. Qui, il team che ha svolto il monitoraggio, ha registrato fino a 300 pezzi e oggetti in plastica per ogni metro di costa, un dato che è oltre 10 volte superiore rispetto alle cifre registrate dieci anni fa.
I residui di plastica sono ormai diffusi a tutti i livelli in queste isole che sembravano così remote e lontane: si parte dalle microplastiche, che stanno sostituendosi al plancton nella catena alimentare di cetacei e altri animali marini, fino ad arrivare a pezzi di plastica più grandi che finiscono nella dieta di uccelli marini, tartarughe e pesci segnandone irrimediabilmente il destino.
Se oggi Napoleone fosse ancora sull’isola di Sant’Elena non sarebbe certamente meno solo, ma di sicuro più triste constatando che ogni giorno sbarcano sull’
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