Non sono il massimo dell’efficienza se ci si deve muovere rapidamente, ma quando bisogna difendersi da un nemico non c’è nulla di meglio di una parete di spine ed aculei.
Questo sistema protettivo ha avuto un enorme successo in Natura ed è adottato da gruppi animali del tutto diversi.
Ci sono istrici e ricci, con i loro aculei micidiali costituiti da cheratina, vincolati a muscoli sotto l’epidermide in grado di regolarne l’inclinazione.
I pesci istrice del genere Diodon usano lo stesso trucco: tengono normalmente gli aculei ripiegati e bene aderenti alla pelle per ridurre la resistenza dell’acqua, ma in caso di necessità si gonfiano come una palla e distendono le spine protettive presenti su tutto il corpo, che sono scaglie modificate.
Anche invertebrati come i ricci marini hanno “inventato” una difesa di spine in modo del tutto indipendente, circondando il loro corpo con una parete invalicabile di aculei.
In questo caso, però, le spine servono anche per la (lentissima) locomozione dell’animale e funzionano come trampoli, assieme ai pedicelli ambulacrali, piccoli tentacoli con le estremità dotate di ventose.
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