Il veganesimo si sta diffondendo nella nostra società come uno stile di vita scelto per non causare sofferenze agli animali. La gamma di prodotti vegani disponibili nei supermercati sta crescendo e anche il numero di pubblici esercizi che offrono cibo prodotto senza animali sta aumentando per soddisfare la crescente richiesta dei clienti.
La Giornata Mondiale dei Vegani, che si celebra il 1 novembre, ha avuto origine in Inghilterra nel 1994 per iniziativa dell’attivista vegana per i diritti degli animali Louise Wallis.
In qualità di presidente della Vegan Society, il suo obiettivo era di attirare l’attenzione sul fatto che la parola “vegan” aveva trovato la sua strada nella società e nella lingua inglese.
La Giornata Mondiale dei Vegani si rivolge anche a una platea più ampia di coloro che hanno scelto lo stile di vita vegano. Infatti, secondo l’Eurobarometro della Commissione UE, l’88% degli italiani vorrebbe che gli animali allevati a scopo alimentare fossero più tutelati.
Negli allevamenti intensivi di tutto il mondo si trovano circa 23 miliardi di animali, senza contare i circa 111 miliardi di pesci allevati ogni anno dall’industria ittica, una quantità che da sola supera il numero di tutti gli esseri umani vissuti finora sulla Terra.
«Smettere di consumarli significa opporsi al sistema di sfruttamento estremo e crudele che li opprime» dice Ombretta Alessandrini, Coordinatrice delle Campagne di Animal Equality Italia.
L’89% dei cittadini europei e il 91% di quelli italiani è, inoltre, favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole.
Eppure, finora la Commissione europea ha disatteso le aspettative dei suoi cittadini, non pubblicando la proposta di revisione della normativa sul benessere animale attesa entro la fine del 2023.
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