Le trasferte del quotidiano si fanno, per il ciclista totale, teorie di elementi geografici infilati via via: frazioni, comuni, province e – perché no? – corsi d’acqua. La sequenza che si forma è mica fine a se stessa. Nossignori: va a comporre uno dei tanti cataloghi della mia personale (e continuamente aggiornata) costellazione.
Musicalità degli elenchi: nel capolavoro Lolita – che i più catalogano come analisi di una perversione, mentre per il sottoscritto è soprattutto lo sguardo lucido di un europeo sull’America dell’epoca vista dall’interno –, Humbert indugia sulla lista che compone la classe (“un poema, un poema”) di Dolores Haze. Per chi scrive, gli elenchi rappresentano inesorabile e inaggirabile attrazione, al limite del patologico: conoscendo questo aspetto, anni fa un’amica, dotata di buona dose di umorismo, mi regalò l’orario dei treni in versione completa ed enciclopedica. Se la storia del calcio, per me grande passione, fornisce innumerevoli successioni di nomi, rigorosamente a gruppi di 11 – qualcosa di inconcepibile nella moderna pedata, insopportabile conseguenza del football globalizzato –, è il naturalista che è in me a trovare un quadro sempre ricco e vario, ed inesauribile. È il naturalista uomo che classifica, enumera, cataloga, allinea: inevitabile debba destreggiarsi a comporre liste di specie o di altri soggetti, quale sottile piacere nel raggiungere un punto di arrivo per il proprio operato. Una pubblicazione scientifica che si rispetti – aggiungo, modestamente, anche alcune delle mie, a tema per lo più ornitologico – avrà sempre a fondamentale integrazione qualche tabella di nomi e affini, in genere accompagnati da dati e numeri. Le sonorità di cui sopra sono addentellato secondario, ma minga tropp, del desiderio di descrivere e possedere in modo compiuto. Compiuto quanto parzialmente effimero: il progredire della scienza e/o, in molte occasioni, il trasformarsi di ecosistemi e comunità potranno rendere, anche in brevi intervalli di tempo, schemi e grafici superati. I tratti acustici di cui sopra rischieranno di rimanere le uniche, e non ricercate, notazioni imperiture.
Il susseguirsi di località durante un trasferimento non produce solo gli effetti magnetici descritti. È altresì tutt’uno con un approccio a viaggi e spostamenti molto affine allo spirito del ciclista totale. Nodo centrale non è già la meta bensì il percorso in sé. Il valore e la ricchezza di un itinerario non vanno a collocarsi nel punto di arrivo ma nel suo dispiegarsi e nel suo incrociare una serie di tappe intermedie. La soddisfazione per la meta raggiunta, e sudata, diverrà tutt’uno con la nostalgia per il tragitto compiuto.
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