Come ogni anno, durante l’ultima settimana di giugno il tema scottante quando si parla di animali è il festival di Yulin, evento tradizionale che celebra il consumo della carne di cane e che ogni anno attira, in questa piccola località della Cina meridionale, migliaia di visitatori.
Una barbarie ingiustificabile, agli occhi dei più, che riaccende – seppure per poche ore – il faro sul dibattito dei diritti degli animali.
Le reazioni di pancia della politica
Già, perché quando su parla del festival di Yulin tutti sono concordi: non dovrebbe più accadere, gli animali non meritano questo trattamento solo per soddisfare la golosità di chi ancora si appella alle tradizioni.
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha fatto giri di parole: «Un “festival” in Cina dove torturano, uccidono e mangiano più di 10mila cani? – ha scritto il vicepremier affidando il suo sfogo a Facebook –. Atroce e vergognoso, giù le mani dagli amici a quattro zampe. Non è questione di usanza ma di umanità, che qui non esiste. Chiusura immediata!».
Ancor più secco il commento dell’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini che, su Twitter, si è lasciato sfuggire la poco diplomatica espressione musi gialli.
«Mostrate al mondo cosa fanno questi musi gialli sadici di Yulin – ha cinguettato Frattini -. Cosa peggio dell’inferno in Terra possiamo augurare a questa feccia del mondo?».
Commenti senza dubbio di pancia e che mostrano quanto il tema sia sentito.
Cani allevati per la carne oppure rapiti
Ad aumentare ancor più l’empatia nei confronti dei cani di Yulin sono i video che girano in rete e che mostrano il terrore impresso negli occhi degli animali, consapevoli e spaventati di quella che sarà la loro fine.
Non esitino stime ufficiali sul numero di animali uccisi durante il festival. Secondo alcuni sarebbero addirittura 15mila i cani macellati durante i dieci giorni dell’evento.
Quello che è certo è che molti di questi animali sono di frequente sottratti ai loro padroni, rubati furtivamente dai giardini delle case per poi essere macellati in strada.
Perché non proviamo la stessa empatia verso le altre specie
Molti negli occhi di quei cani rivedono lo sguardo e il muso del proprio amico a quattro zampe. Ed è questo del festival di Yulin che ci fa soffrire: come si può uccidere un animale per il solo gusto di mangiarlo quando sappiamo che quell’animale, proprio come il nostro, prova gioia, dolore e paura? Vale la pena spezzare una vita solo per soddisfare pochi minuti di golosità?
Il festival di Yulin, a breve, finirà. Il consumo di carne, in Oriente, è una pratica estremamente limitata e circoscritta a poche remote regioni rurali.
Ogni giorno, invece, 150 milioni di animali vengono uccisi negli allevanti.
Polli, mucche e maiali: specie che sentiamo tanto distanti da noi e per le quali non riusciamo a provare la stessa empatia che abbiamo verso i cani di Yulin.
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