La nuova guida del trekking più lungo del mondo, il Sentiero Italia CAI, ben 7638 km in oltre 500 tappe. Per raccontarlo tutto è stata realizzata una guida in 12 volumi in collaborazione fra CAI e Idea Montagna, che percorre e descrive l’intero Sentiero.
Le nuove guide sono dei piccoli “compendi” del tratto di territorio che il camminatore esplorerà, con l’obiettivo di “formare” escursionisti consapevoli e dar modo a chi cammina di apprezzare non solo il sentiero, ma anche la profonda ricchezza culturale e tradizionale offerta dalle montagne del nostro Paese.
Le guide saranno disponibili sugli store dei siti Idea Montagna e Club Alpino Italiano e in tutte le librerie della penisola, in particolare quelle specializzate nell’outdoor.
Del Volume 12 del Sentiero Italia CAI vi presentiamo in anteprima la tappa B03 “Pralongià – Rifugio Lagazuoi”.
Questa spettacolare tappa del Sentiero Italia CAI ci introduce a uno dei più famosi teatri della Prima Guerra Mondiale, il Lagazuoi. Percorrendo vari saliscendi con dislivello contenuto, dal panoramico Altopiano del Pralongià, sopra la Val Badia, si raggiunge il Rifugio Lagazuoi, alle porte dell’Ampezzano.
Dal Rifugio Alpino Pralongià, lasciandosi alle spalle il castello roccioso del gruppo del Sella ci si orienta verso l’elegante profilo del Settsass, che svetta dalle praterie punteggiate da caratteristiche baite. Lo spettacolo è davvero notevole e i modesti saliscendi dei pendii consentono di camminare e ammirare il paesaggio. Il percorso prosegue verso est sulle praterie alpine punteggiate da qualche eroico larice fino a che una breve salita porta a un bivio, dove si prende il sentiero 23 che, in leggera salita, raggiunge una pietraia che va superata fino a una piccola forcellina.
Si giunge così alla verde spianata del Passo Sief (2276 m), dove un crocifisso ligneo è posto all’incrocio con il Sentiero della Pace. Il panorama è sensazionale, con Pale di San Martino, Civetta, Pelmo, Croda da Lago e Antelao che vanno a sommarsi alla già ricca cerchia di meraviglie. A catturare gran parte degli sguardi è però il vicino Col di Lana che emerge da un fitto bosco di larici.
Riprendendo il cammino, il sentiero aggira il Settsass, che durante la Grande Guerra era il “Roccione” degli Italiani. Il tratto che segue è molto spettacolare, con le lisce pareti sud-orientali del Settsass che vanno direttamente a impiantarsi sull’erboso pendio su cui è tracciato il sentiero. Si scende fra larici e mughi e, superato un canalino roccioso con l’aiuto di una corda fissa, in breve si raggiunge il Lago di Valparola e il soprastante Rifugio Valparola.
Rimanendo sul sentiero in direzione Cortina, poco prima del Passo Falzarego si attraversa la strada per portarsi sul sentiero 402 fino alla Forcella Travenanzes. Qui il panorama verso la Tofana di Rozes toglie il fiato.
La tappa terminerebbe qui, ma l’unico punto di appoggio in cui dormire è il Rifugio Lagazuoi (2752 m), raggiungibile in 30 min.
Le gallerie del Lagazuoi e la Prima Guerra Mondiale
Durante la Grande Guerra, le postazioni italiane si arroccarono sulla Cengia Martini (dal nome del loro capitano), poco sotto la vetta del Piccolo Lagazuoi, e ci rimasero per due anni. La sommità della montagna era saldamente in mano austriaca e il capitano Martini pensò di realizzare un’ardita galleria elicoidale che dalla cengia potesse sbucare alle spalle del nemico. Ora questi luoghi sono un vero museo che merita una visita.