Poche settimane fa in un negozio della Chinatown milanese sono stati sequestrati migliaia di capi di abbigliamento con cappucci bordati di pelo di animale ma spacciati per sintetici con tanto di etichette false. E non è il primo caso. Oggi, grazie allo sviluppo di un’etica cruelty free, sempre più persone rifiutano l’acquisto di vestiti e accessori con parti di pelliccia vera indirizzando le loro scelte sul pelo sintetico e prodotti di finta pelle ma produrre questo tipo di abbigliamento è più costoso.
Utilizzati cani, gatti e coyote
In alcuni paesi come in Cina, da dove viene la maggior parte dell’abbigliamento anche di marca, c’è ancora una grande quantità di animali allevati per realizzare inserti in pelliccia. Si tratta di cani domestici, volpi, gatti, cani procione, procioni, coyote e altri animali “di scarso valore commerciale”, da un punto di vista delle pelli, e di facile reperimento, il cui sacrificio e utilizzo, in pratica, richiede costi più bassi rispetto alla produzione di pelliccia sintetica. Inoltre, per poter utilizzare parti di animali, i produttori devono fornire la documentazione che testimonia il mancato utilizzo di tecniche cruente per la cattura, il mantenimento e l’uccisione degli individui. Documentazione che spesso non c’è proprio perché agli animali non si risparmia alcuna sofferenza. Questa documentazione ovviamente non è necessaria per la pelliccia sintetica. Da qui a contraffare le etichette il passo è breve. Spacciare pelo vero per pelo finto, riassumendo, consente di risparmiare sulla produzione, aggirare il problema certificazioni e anche di non perdere tutta quella clientela che, appunto, sceglie indumenti fur free.
Verso una moda senza sofferenze
La rinuncia del pubblico ai capi in pelliccia è ormai così diffusa che ha spinto molti noti stilisti, come Giorgio Armani o Gucci, chi per reale presa di coscienza chi per convenienza a eliminare l’utilizzo di inserti e bordature di pelliccia di animale dalle loro collezioni. Tuttavia la pelliccia, anche finta, continua a piacere e i produttori realizzano capi sempre più somiglianti al pelo vero.
Come fare per capire cosa si sta acquistando
Come distinguere quindi i due prodotti per evitare di essere truffati? La PETA suggerisce di osservare attentamente la base e la punta del pelo. Nel caso di capo animale il pelo sarà attaccato alla pelle mentre per i capi sintetici la base della pelliccia è tessuto a maglia. I peli sintetici inoltre sono omogenei e non affusolati in punta come quelli animali. Un’ultima prova può essere bruciare alcuni peli e sentirne l’odore: se sono sintetici si percepirà il classico odore di plastica bruciata.
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