Gian Luca Gasca ci porta lungo il Sentiero Italia CAI, raggiungendo nel Parco nazionale dello Stelvio i “giganti sofferenti” a causa dei cambiamenti climatici.
Il giornalista e scrittore di montagna, piemontese di 30 anni, è protagonista di un trekking a tappe lungo l’Italia, legato al progetto Linea 7000, da lui ideato per dimostrare che i Parchi italiani si possono raggiungere in maniera sostenibile, ovvero utilizzando solo mezzi pubblici.
di Gian Luca Gasca
Bastano pochi passi lungo il Sentiero Italia CAI all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio per ritrovarsi di fronte a uno scenario glaciale che riporta epoche passate. Dal Passo Gavia, procedendo verso nord, gli scenari sono profondamente segnati dal modellamento che in milioni di anni ha scavato valli e creato la morfologia che oggi tanto ci affascina.
La tappa va dal Passo Gavia a Santa Caterina Valfurva, cittadina che ha dato i natali a grandi alpinisti e campioni dello sport. Tra tutti spiccano Achille Compagnoni, primo salitore del K2 insieme a Lino Lacedelli, e Marco Confortola, guida alpina e alpinista himalayano ormai prossimo a coronare il suo sogno di mettere piede su tutte e 14 le montagne superiori agli ottomila metri della Terra.
Oltre a loro impossibile non citare il campione di sci alpinismo Robert Antonioli, che stagione dopo stagione continua a portare in alto i nostri colori in questa disciplina da poco entrata a far parte dell’entourage olimpico.
Raggiungere il punto di partenza è facile, soprattutto grazie al servizio navetta che, dal lunedì al venerdì, nel corso dell’estate permette di andare da Santa Caterina al passo. Un servizio offerto a camminatori e appassionati per raggiungere l’attacco dei sentieri in quota senza dover necessariamente affollare le strade di montagna e i passi alpini. Meno semplice è raggiungere il paese di partenza della navetta, anche se armandosi di pazienza alla fine è più facile del previsto. Da Milano bisogna prendere un treno e due autobus, e in tutto ci si impiega 4 o 5 ore per raggiungere il centro.
Poi, una volta scesi, comincia il divertimento. Basta guardarsi intorno per rimanere folgorati dalla vista delle montagne, per ritrovarsi immersi tra le verdi foreste.
Al cospetto dei “giganti sofferenti”
Quando si raggiunge il Gavia invece le sensazioni cambiano. La camminata lungo il Sentiero CAI è, da un lato, un’immersione nella storia della Grande Guerra che qui ha lasciato segni indelebili, dall’altra parte una marcia funebre al cospetto di giganti sofferenti.
Il primo ghiacciaio che si incontra, quello della Sforzellina, mostra evidenti i segni della fusione glaciale a cui va incontro ormai da molti anni. Si calcola che perda uno spessore equivalente a un metro ogni anno. Poco oltre la vista si apre sul grande ghiacciaio dei Forni, uno dei maggiori in Italia con i suoi 11 chilometri quadrati di superficie. Oggi si presenta devastato dagli effetti della crisi climatica con una frammentazione evidente della sua lingua in tre individui distinti. Oltre ancora altri piccoli ghiacciai a contornare cime aguzze e aspre, severe nel loro innalzarsi verticali verso il cielo.
È difficile camminare ignorando il problema, facendo finta di nulla e godendo dei magnifici panorami che il territorio del Parco sa regalare.
In fondo questo progetto, Linea 7000, nasce anche per questo. Vuole dimostrare che si possono compiere piccoli gesti per l’ambiente, senza per forza stravolgere le proprie vite. Certo, prendere i mezzi pubblici per andare in montagna è un granello di sabbia nel deserto, non ho certamente la pretesa di cambiare l’ambiente. È semplicemente un modo per dire che non bisogna rinunciare alle proprie ambizioni, quanto adattarsi e ricercare soluzioni alternative per contenere i consumi e fare la propria parte nei confronti di un problema che riguarda ognuno di noi.
Poi, fidatevi, i mezzi pubblici sono un’avventura nell’avventura.
- Leggi qui le altre puntate del PROGETTO LINEA 7000
- Prima puntata
- Seconda puntata
- Terza puntata
- Quarta puntata
- Quinta puntata