Molte specie hanno deciso di darsi una mano a vicenda per ottenere un reciproco vantaggio: “L’unione fa la forza”. Simbiosi e mutualismo sono strategie per vivere meglio o, addirittura, per sopravvivere.
Lo struzzo e la zebra
Le aperte savane africane non offrono molti spazi dove nascondersi, così ai grandi mammiferi
non rimane altro che contare sulla rapidità nella fuga e su una costante sorveglianza per sfuggire ai predatori.
A volte specie diverse convivono per ridurre i rischi, come nel caso delle zebre e degli struzzi. Le prime hanno ottimi udito e olfatto, ma mancano dell’eccellente vista che ha, invece, lo struzzo, la cui testa si solleva a più di due metri di altezza, scrutando l’orizzonte in cerca di pericoli. In questo modo, i loro predatori di riferimento – leoni, leopardi, licaoni e iene – faticheranno ad avvicinarsi.
Il drongo e il suricato
Grande quanto uno storno e diffuso in Africa Meridionale, il drongo codaforcuta (Dicrurus adsimilis) fornisce un servizio di sentinella ai suricati (Suricata suricatta) lanciando un segnale di allarme alla vista di un predatore e consentendo ad essi di mettersi subito al riparo.
A volte, però, il drongo lancia lo stesso grido di allarme quando uno dei suricati raccoglie una preda appetitosa, per poi volare a raccoglierla mentre i mammiferi sono in fuga. L’uccello, tuttavia, per essere credibile non può abusare di questo “scherzo”, che funziona molto meglio con i suricati più giovani e inesperti.
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